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Il controllo muscolare - generalità

IL FATTORE MENTALE NEL TENNIS

- Il  Controllo muscolare - generalità



Una partita di tennis presuppone un dispendio di energie elevatissimo a causa dei continui spostamenti in campo e gesti rapidi. Nel tennis, le distanze da coprire per ogni colpo eseguito sono relativamente basse (max 6-8 mt.), ma il nostro fisico è impegnato a rimanere sempre in equilibrio, a spostarsi con estrema rapidità ed a eseguire gesti cd. "esplosivi". Ecco perché saper recuperare dopo un punto o al cambio campo diventa determinante per mantenere una elevata performance. Ancora più importante è cercare di ottimizzare i consumi energetici, semplicemente cercando di far lavorare solo i muscoli che effettivamente sono utili ai movimenti. Tutto ciò sembra scontato, ma in effetti non lo è. Anche nelle azioni di tutti i giorni, senza che ce ne accorgiamo, teniamo in tensione muscoli che potrebbero invece essere relativamente rilassati.

Un esempio che ci fa sorridere, per esempio, è quando svitiamo il tappo di un vasetto: oltre che utilizzare i muscoli interessati (dita, mani braccia), nella maggior parte dei casi, contraiamo i muscoli delle spalle e ancora di più quelli della mascella che..... non c'entrano proprio niente con ciò che stiamo facendo.

Gli esempi potrebbero essere infiniti, quindi proviamo ad immaginare, durante una partita di tennis, nella concitazione dei movimenti, quanti distretti muscolari inutili contraiamo. Tutto questo lavoro si traduce in uno spreco di energie. Ecco perché, avere un buon controllo e coordinazione dei nostri muscoli, ci permette di gestire meglio le nostre riserve energetiche.
Per spiegare cos'è il controllo muscolare, bisogna però introdurre concetti di base del funzionamento dei nostri muscoli.

I muscoli:

Il sistema nervoso centrale e il cervello controllano il movimento impostando la forza della contrazione muscolare. Questi muscoli provocano il movimento degli arti tirando le ossa attraverso la loro contrazione e il loro rilassamento.

I modi del controllo muscolare del movimento sono due: il tonico e il fasico.

Il controllo tonico si riferisce alla continua attivazione muscolare per stabilire le articolazioni, il controllo dell'impostazione, il mantenimento del tono muscolare (la c.d. postura).

Il controllo fasico si riferisce all'attivazione alternata muscolare di agonisti-antagonisti, con fasi di contrazione-rilassamento che conduce all'esecuzione di concreti movimenti volontari.

Per l'esecuzione del movimento volontario di un arto si richiede la presenza di due muscoli. Inizialmente si contrae l'antagonista il quale, tramite quella contrazione, pressa l'osso provocando cosi il movimento dell’arto verso una sola direzione; in continuazione si contrae l' antagonista il quale, tramite la contrazione tira l'osso, provocando il movimento del membro verso la direzione opposta e rallentando cosi il suo movimento. La velocità del movimento del membro viene determinata dal grado dell' attivazione combinata tra i due muscoli.

La coppia della forza che si crea intorno all'articolazione dipende da:

a) numero dei muscoli che si attivano intorno l' articolazione;
b) la posizione iniziale del membro;

c) la direzione del movimento;

d) l'ampiezza del movimento.

La funzione del meccanismo motorio diventa molto più complessa quando al movimento si coinvolgono più membra.

Secondo i dati sopraelencati le attività fisiche che migliorano il fisico si dividono in due categorie:

1. Parametri di salute e dello stato fisico, di capacità aerobica, flessibilità, resistenza e velocità.

2. Parametri prestazionali motori, quali il coordinamento, l'agilità, l'esplosività, il tempo di reazione e la potenza esplosiva.

Si comprende quindi che per le due diverse attività suddette, vengono impiegati due tipi di fibre muscolari:

Fibre rosse: dette a contrazione lenta, che contengono molta emoglobina (colore rosso) e mitocondri; hanno la caratteristica di immagazzinare molto ossigeno che liberano durante il corso della contrazione per produrre autonomamente molecole di ATP (la benzina dei muscoli); sono abbondanti negli atleti che praticano attività sportive di resistenza (maratona, ciclismo) che richiedono sforzi prolungati nel tempo e non molto intensi.

Fibre bianche: dette a contrazione rapida, che contengono meno emoglobina e mitocondri e quindi hanno minore capacità di immagazzinare ossigeno; queste fibre tendono ad accumulare acido lattico perché se sottoposte ad intenso lavoro prolungato (oltre 5-7 sec.) esaurito l’ossigeno proprio, per produrre ATP, utilizzano principalmente la glicosi anaerobica; sono maggiormente presenti negli atleti che svolgono attività sportive con sforzo intenso/esplosivo e breve (tennis).